16 agosto 2010

PITSTOP







Con il Mongo Rally le macchine subiscono delle sollecitazioni notevoli. Eccovi il post con i danni subiti dalla Red Donkey.

PITSTOP (1) Primo pitstop a Tashkent a riparare la ruota che si era rotta nella traversata notturna in Turkmenistan. Mentre Mauro è in uno di quei giorni di stomaco andato (saranno due in tutto), Nik e Matte passano la giornata a visti e riparazioni. Trovano un gommista vicino alla stazione. Fanno vedere il danno subito alla gomma ed il gommista, con occhio attento, dice che si può riparare. Tempo 10 minuti e la ruota è sistamata, rimontata, check delle altre ruote e pronti a ripartire.

PITSTOP (2) A Tashkent le strade sono belle, tranne quella enorme voragine in mezzo ad una circonvallazione nel centro cittadino, che tutti conoscono tranne ovviamente gli automobilisti stranieri. Ci finiamo dentro e ruota andata. Che fare? Ma nessun problema! Il giorno dopo torniamo dallo stesso gommista del giorno precedente, fa un sorrisino (che potrenne voler dire: guarda che coglioni o, come crede Mauro, non vi preoccupate, capita tutti i giorni, ed è il motivo per cui ion Asia vi sono così tanti gommisti...) e nel giro di 10 minuti....la ruota è sistamata, rimontata, check delle altre ruote e pronti a ripartire.

PITSTOP (3) Questo è uno di quegli incontri che fanno di un viaggio un momento indimenticabile. La Red Donkie presenta due problemi: il cristallo del parabrezza rotto a seguito di un sasso che ci si è scagliato contro ad una velocità indicibile e la marmitta. Il cristallo non è riparabile: in Kazakhstan non c'è Carglass repair (magari ne apriamo uno in franchaising, farebbe i miliardi visto lo stato dei loro cristalli, tutti miserabilmente rotti....). Per la marmitta proviamo noi a sistemare alla meno peggio ma la nostra riparazione dura il tempo di un dosso (o meglio di una voragine inevitabile) e si spacca definitivamente. Ora non fosse per il casino che fa non è un gran problema. Ad Ayagoz ci fermiamo lungo la strada e troviamo un meccanico. Ovviamente non possiamo spiegargli a parole cosa non va (non possediamo una lingua comune) però accendiamo la macchina e gli facciamo sentire il rumore. Lui dice "senrgvs" che immaginiamo in kazako significhi marmitta e ci fa capire che la può riparare. Il processo è lungo e il tipo ci porta a casa sua dove ha degli atrezzi.. Nell'attesa la madre prepara il te (ne consumano a litri) e ci fa accomodare e berlo. Entriamo quindi nella casa del meccanico, ci togliamo le scarpe e ci sediamo attorno al tavolo del soggiorno, che risulta essenziale ma dotato di tutto: frigo, fornello e condizionatore. Prendiamo il te (rigorosamente con il latte) e mangiamo delle sorte di salatini, pane e burro (dolce e salato) una strana sostanza marroncina a noi ignota ma buona, biscotti. Con il dizionario di russo capiamo che: in quella casa vivono due sorelle ciascuna con i propri figli. La prima ha due figli adolescenti, la seconda (quella che ci ha offerto il te) ha un figlio, il meccanico che ci sta riparando l'auto, il quale a sua volta ha una bellissima bambina. In tutto non ci è dato sapere in quanti sono, ma a occhio e croce in tutto saranno almeno 8/10. Quello che si dice una famiglia allargata. Dopo circa cinque ore la macchina è sistemata (abbiamo anche fatto sostituire un amortizzatore rotto - ne abbiamo portati da casa di riserva due) siamo pronti per ripartire, saldiamo il conto, regaliamo delle magliettwe del mongol rally e via...

Abbiamo avuto modo di conoscere da vicino una famiglia kazaka nel suo ambiente domestico. E' stata una di quelle occasioni che ci rimarranno meglio impresse di tutto il nostro viaggio. La dignità e la semplicità con cui siamo stati accolti, a prescindere dalla condizione in cui questa gente vive, è veramente degna di nota. E' stato bello riuscire a comunicare i nostri dati essenziali (nomi ed età) anche in assenza di una lingua comune, è stato bello capire la gerarchia famigliare, è stato bello capire che in Kazakhstan il te lo si fa in modo diverso (in un pentolino fanno un infuso molto forte e poi quando lo versano sulla tazza ci aggiungono acqua calda che hanno fatto bollire da un'altra parte). A voi alcune foto per ricordare questo momento.

1 commento:

  1. Ciao ragazzi, bentrovati!!! Con quanta emozione ho letto i vostri racconti... State veramente vivendo un'esperienza unica nella quale in pochi, credo, da queste parti ci hanno creduto. Ho letto che "chi viaggia vive due volte"... e quindi... beati voi per tutto quello che state vivendo, nonostante le difficoltà!!! Un abbraccio! Lia

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