8 agosto 2010

KARAKUM DESERT

Riprendiamo con la pubblicazione dei post. Leggete anche quello precedente, perchй questo и la naturale prosecuzione. Oggi и il 08 agosto 2010.
Eravamo arrivati al punto in cui salivamo sulla nave. Bene, il viaggio и durato circa 12 ore e verso mezzogiorno del giorno successivo siamo arrivati a Turkmenbashi, unico porto turkmeno sul Mar Caspio. Purtroppo non ci и concesso scendere subito dalla nave, dobbiamo aspettare che quella attraccata precedentemente alla nostra riparta. Ovviamente non possiamo aspettarci che le cose si risolvano subito: il tempo di attesa sarа alla fine di altre otto ore…
Comunque verso le nove scendiamo e iniziamo la trafila per entrare in Turkmenistan, che, per chi non lo sapesse, non и propriamente un paese liberale….
Anzitutto manca il tipo addetto ai visti per stranieri, che и fuori cittа e devono necessariamente farlo rientrare. Attendiamo fino alle 23…
Poi inizia il bello: Nik, che и proprietario dell’auto inizia a girare per duemila uffici. Il bello, per cosм dire, и che di volta in volta nell’ufficio c’и sempre la stessa persona. In pratica, ogni volta che a Nik veniva detto di spostarsi di ufficio, si spostava anche l’addetto. Ovviamente, ogni volta che varcava la soglia, il medesimo incaricato chiedeva comunque il passaporto, che nel frattempo aveva controllato duecento volte. Poi, sempre sullo stesso foglio, apponeva l’ennesimo timbro. Ovviamente non chiedeteci perchй funziona cosм. Tra una cosa e l’altra si fanno le due e mezza del mattino. La guida ci aspetta (non si puт piщ girare senza guida in Turkmenistan) e decidiamo di guidare fino a Ashgabat di notte. Ashgabat и la capitale e dobbiamo per forza andarci perchй dobbiamo registrarci all’ufficio immigrazione…. Mah…
Il viaggio non и propriamente piacevole: la strada и un casino di buche, verso le quattro foriamo (siano benedette le ruote di scorta), verso le quattro del pomeriggio arriviamo, ci sistemiamo in albergo, sbrighiamo le carte e verso le sette usciamo per vedere il centro cittа.
Gardaland in confronto и un posto per dilettanti. Palazzi di marmo ovunque, state dell’ex leader massimo in ogni angolo…Polizia ovunque, non si possono scattare foto, coprifuoco alle 23 e ciao a tutti! Non и quel che si dice un paese ospitale.
Il giorno dopo sveglia alle 5.30: dobbiamo fare 600 km in mezzo al deserto di Karakum per arrivare entro le 16.00 alla frontiera. Altrimenti chiude e ci freghiamo…
Beh, l’esperienza del deserto и stata molto bella: per 600 km in mezzo al Turkmenistan c’и una strada lunga e dritta, con rarissimi insediamenti umani (ogni giorno partono dei camion che portano loro l’acqua), con qua e lа disseminate delle raffinerie (almeno credo), con, verso il centro, dei crateri originati da alcuni esperimenti nucleari russi. Non vi nascondiamo che il viaggio и stato molto interessante.
Verso le quattro (dopo esserci persi una mezza dozzina di volte) arriviamo alla frontiera. Qui le cose si sono sveltite un poco in uscita, ma solito giro di uffici.
Poi, finalmente, tocca alla frontiera Uzbeca. il clima и molto piщ rilassato, i soldati sono in canotta, salutano, parlano un po’ di inglese, sistemiamo le carte in mezz’ora e benvenuti in UZBEKISTAN!
Inutile nasconderlo, noi siamo molto gasati!

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